Un incontro di fili

La storia di Maria Rita, cliente BCC

Superare un trauma condividendo le emozioni con tradizione e creatività: un antico lavoro manuale diventa terapia.

Nel 2009 la mia città, L’Aquila, è stata colpita da un fortissimo terremoto che ha distrutto non solo le case, ma soprattutto il tessuto sociale ed economico. In quel periodo prima del sisma, andavo a lezione di tombolo aquilano con delle amiche, ma con il terremoto i locali non erano più agibili e le lezioni furono sospese.

Ci rincontrammo mesi dopo: fu una vera gioia ritrovarci, parlare, raccontarci le nostre esperienze belle e brutte. Il tombolo e le lezioni furono un vero salvagente.
Allora abbiamo pensato di strutturare le lezioni con sessioni di coaching, condotte da psicologhe, che ci aiutassero ad esprimere i disagi e a superare il trauma.

 

Uno spazio per noi

Abbiamo chiamato l’associazione ‘un momento tutto mio’. Infatti con la distruzione dell’Aquila, vivevamo accampati, ammassati: non avevamo né punti di incontro né spazi o momenti per noi. Volevamo che gli incontri fossero momenti da dedicare a noi stesse. Per ciascuna di noi è un momento intimo, di dolore e di gioia, condiviso con gli altri in un momento tutto nostro.

tombolo-larga

 

Perchè proprio il tombolo?

Alcune caratteristiche del tombolo rendono quest’arte particolarmente adatta come terapia. Il tombolo è un telaio su cui si realizzano merletti intrecciando fili seguendo un disegno fissato con degli spilli. Il lavoro richiede molta concentrazione: sei completamente assorbito dalla manualità, svuoti la mente e ti concentri sul momento.

"Con tradizione e creatività abbiamo superato il trauma del terremoto".

Grazie agli incontri di coaching, abbiamo imparato a leggere e a capire la rabbia, cercando di accettarla. Abbiamo riacquistato la voglia di vivere il presente e progettare il futuro, mettendo in pratica nella vita di tutti i giorni quello che abbiamo imparato. L’esperienza di una di noi è diventata esperienza per le altre: abbiamo superato assieme i lutti e le difficoltà.

 

Aperto al pubblico

Il successo – a livello personale e delle nostre opere – ci ha convinte che mostrare i lavori e spiegare il nostro percorso psicologico potesse essere da esempio per altri. Nasce così la mostra organizzata a palazzo Odescalchi con l’aiuto della BCC di Roma.
Avevo paura che la mostra fosse un fallimento, perché il tombolo e i merletti sono prodotti artigianali particolari, difficili da apprezzare. Invece anche turisti stranieri sono entrati ad ammirare i nostri lavori!
È stata la rampa di lancio per altre mostre. Pian piano stiamo portando il nostro percorso di art-coaching e l’antica tradizione del tombolo – che stava scomparendo – in giro per il mondo e di questo siamo orgogliose.

 

La prima lezione di Maria Cristina Bravi, maestra di tombolo

“Entrare nella stanza e trovarle lì mi ha profondamente emozionato: ho sentito su di me tutte le loro aspettative. Non volevano solo imparare il tombolo, ma anche trovare un modo per staccare la mente da tutto quel ‘terremoto’ che ci aveva colpito, togliendoci anche le più piccole sicurezze”.

 

Gli strumenti per condividere le emozioni di Emanuela Del Pianto, psicologa

“Ho visto visi attoniti, angosciati e quando ho cominciato a parlare, ho avuto il bellissimo regalo di essere ascoltata, con gli occhi e con il cuore. Piano piano è venuto fuori tutto quel fiume di dolore, di trauma, di perdita, che solo scorrendo fuori poteva condurle alla successiva trasformazione”.

 

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