Il microcredito sfida la disoccupazione

La storia di Vincenza e Michele, Coop. Butterfly

Microcredito ai giovani del Sud Italia, disoccupati o sottoccupati, per la fondazione di cooperative o piccole imprese. Questa è la storia della cooperativa di Vincenza e Michele.

Spinti dalla passione per l’educazione e dall’esigenza di crearci un lavoro, Vincenza ed io abbiamo creato la Cooperativa Butterfly tre anni fa. Era il naturale sviluppo di una precedente esperienza con una associazione che si occupava di infanzia.
Per fortuna – o per nostra abilità – i genitori hanno risposto discretamente all’apertura della struttura e i piccoli clienti non sono mancati anche se all’inizio è stata dura far capire l’importanza dell’attività ludica per i bambini alle famiglie.

 

Il Progetto Policoro

Siamo riusciti a ottenere i fondi necessari per aprire la cooperativa grazie al microcredito, aderendo al Progetto Policoro, promosso dalla diocesi e sostenuto dalla BCC La Riscossa di Regalbuto.

La Diocesi di Nicosia si è resa garante per noi così la BCC ci ha concesso un finanziamento. E anche supporto professionale e umano: necessario per fronteggiare le mille difficoltà che si delineano sulla strada dei giovani imprenditori.

 

Laboratorio creativo

Butterfly è un asilo nido e un laboratorio per stimolare la fantasia dei bambini. Facciamo corsi di cucina, atelier di pittura, scultura, ballo e informatica. E soprattutto diamo una mano alle famiglie con genitori che lavorano a tempo pieno, fornendo servizi di baby parking e servizio taxi. Ma il nostro punto di forza è l’assistenza allo studio: stiamo cercando di promuovere dei progetti che coinvolgano le scuole primarie.

Grazie ad un contributo a fondo perduto ottenuto dalla Fondazione Tertio Millennio, la Onlus del Credito Cooperativo, stiamo rinnovando la sala informatica e potenziando l’animazione esterna per diversificare le attività.

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Le sfide non sono finite

Per via della crisi, i nostri servizi purtroppo sono i primi a essere tagliati dal bilancio familiare. Molte famiglie, che pure avrebbero bisogno di noi perché magari entrambi i genitori lavorano a tempo pieno, sono costrette a ritirare i propri figli dalla nostra struttura. Ma noi confidiamo nella ripresa e continueremo a lavorare per migliorarci e per essere vicini alle famiglie.

 

 

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