Certificazioni ambientali ed energetiche per gli edifici: cosa sono e a cosa servono

La casa è il posto dove trascorriamo la maggior parte del nostro tempo, dove tessiamo rapporti, viviamo il presente e progettiamo il futuro.

La casa è il posto dove trascorriamo la maggior parte del nostro tempo, dove tessiamo rapporti, viviamo il presente e progettiamo il futuro. Ma non è solo il luogo simbolico del ‘vivere’ in senso emozionale. É anche l’involucro materiale in cui prende forma il nostro ‘abitare’, con tutte le sue implicazioni pratiche.

 

di Erika Facciolla (TuttoGreen)

La casa è un ambiente complesso dove si consumano attività complesse e dove la percezione del benessere individuale è strettamente legata ad un insieme di fattori tangibili. Stiamo bene se lo spazio che abitiamo è confortevole, se è sufficientemente isolato dai rumori esterni, se ci fa sentire protetti e se è adeguato alle nostre necessità psico-fisiche.

Studiare, lavorare, fare esercizio fisico, cucinare, curare l’igiene personale o dormire sono azioni che fanno parte del nostro agire, vivere e sentire lo spazio fisico che chiamiamo casa: in una parola, del nostro ‘abitare’. Ecco perché è importante progettare e realizzare ambienti sani in cui poter vivere in modo sano. Ed ecco perché la moderna concezione dell’abitare non può prescindere dalla pianificazione di alcune condizioni interne ed esterne da cui dipende la percezione del benessere degli individui.

Ma cosa vuol dire, effettivamente, creare benessere abitativo all’interno di un edificio? Significa ricercare un equilibrio nel delicato rapporto uomo-edificio-ambiente attraverso una serie di presupposti che possono essere pianificati, ad esempio:

  • Il comfort termo-acustico
  • La qualità dei materiali utilizzati
  • L’illuminazione naturale e artificiale
  • Il ciclo di vita dell’edificio
  • La presenza o meno di fonti di inquinamento (acustico, elettromagnetico, atmosferico…)
  • La quantità di emissioni inquinanti generate dall’edificio

Questi e altri fattori determinano anche l’impatto ambientale dell’edificio e, in particolare, la sua incidenza in termini energetici e materiali sulle risorse disponibili sul territorio.

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Impatto ambientale e certificazioni degli edifici

"Ma cosa vuol dire creare benessere abitativo all’interno di un edificio? Significa ricercare un equilibrio nel rapporto uomo-edificio-ambiente".

In casa utilizziamo una cospicua quantità di risorse: energetiche, materiali ed idriche. Consumiamo beni, adoperiamo materie, produciamo rifiuti. Tutto questo ha una ricaduta sull’ambiente e, in maniera circolare, sulla qualità della nostra stessa vita.

Basta pensare che le attività quotidiane che svolgiamo ‘abitando’ uno spazio domestico rappresentano il 37% del consumo globale di energia e l’80% di queste risorse è destinato al riscaldamento e alla produzione di acqua calda.

Le statistiche ci dicono anche che la dispersione di calore è uno dei principali problemi degli edifici che non rispettano i principi di efficienza energetica. Ecco perché conservare, preservare e ottimizzare l’energia è il primo passo verso la sostenibilità e il benessere abitativo.

Gli strumenti in grado di attestare la qualità e le prestazioni energetiche di un edificio sono le certificazioni ambientali e le certificazioni energetiche.

Certo, costruire abitazioni ad alta efficienza energetica e ambientale è più costoso (circa il 10%), ma l’investimento si ripaga nel tempo attraverso il risparmio sulla spesa energetica complessiva, senza considerare il valore che l’abitazione acquisirà sul mercato immobiliare.

 

ABC della certificazione ambientale

"Da una serie di verifiche e valutazioni tecniche vengono attribuiti dei punteggi attestanti il valore ambientale, energetico ed economico dell’immobile".


La certificazione ambientale o di sostenibilità è basata su alcune variabili che determinano l’identikit di un fabbricato prima ancora che venga abitato. Sin dalla sua progettazione, infatti, un edificio è in grado di dirci molto su quella che sarà la sua impronta ecologica. Se è stato costruito nel rispetto di determinati criteri di sostenibilità, quest’impronta sarà meno marcata.

Ma come possiamo essere sicuri che la nostra casa rispetti questi criteri? La certificazione ambientale serve proprio a questo.

Si parte da una serie di verifiche e valutazioni tecniche di alcuni aspetti dell’edificio e in base a queste vengono attribuiti dei punteggi attestanti il valore ambientale, energetico ed economico dell’immobile. Nelle valutazioni si tiene in maggior considerazione:

  • L’uso di energia
  • L’efficienza del sistema idrico
  • L’uso delle risorse e dei materiali
  • La qualità dell’ambiente interno
  • L’innovazione nel processo progettuale

Il punteggio totale conseguito definisce e assicura la qualità dell’edificio e il livello di prestazione raggiunto in tutte le fasi di progettazione e realizzazione. Gli attuali sistemi di certificazione adottano metodiche e parametri valutativi differenti.

Itaca, Itaca semplificato (PAT), Breeam, CasaCliaKlima, SB100, Ecolabel, LEED sono alcuni dei sistemi di certificazione ambientale più conosciuti e diffusi al Mondo. I protocolli sviluppati in Italia sono Itaca, CasaClima – KlimaHaus, SB100, GBC Italia.

Ovviamente i passi per ottenere una certificazione ambientale variano da ente ad ente ma sono tutti fondati su due criteri generali:

  • Soglia minima standard: quando è l’ente a stabilire i requisiti minimi per ottenere la certificazione (Ecolabel, Haute Qualité Environmentale, Nordic Ecolabelling, Resolution MAH/1390/2006, Minergie – ECO / Minergie P-ECO, ecc).
  • Punteggio: quando l’ente certificatore definisce i fattori da verificare per calcolare un punteggio attestante la compatibilità ambientale (Klima, Itaca, CasaClima – KlimaHaus, SB100, GBC Italia, BREEAM, LEED, CASBEE, ecc).

L’obiettivo principale della certificazione ambientale, in buona sostanza, è quello di tracciare e certificare tutto il percorso di realizzazione di un edificio. Dalla progettazione fino allo smaltimento degli scarti di demolizione, passando per la valutazione del ciclo di vita dell’edificio e del suo impatto ambientale anno dopo anno.

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ABC della certificazione energetica

Se la certificazione di sostenibilità restituisce una valutazione globale dell’impatto ambientale di un edificio, la certificazione energetica ne attesta specificatamente la prestazione o il rendimento sotto il profilo energetico.

In altre parole ci dice quante risorse saranno utilizzate per soddisfare i bisogni energetici collettivi di chi popolerà quell’edificio.

L’indicatore utilizzato per classificare questo valore si chiama indice di prestazione energetica ed è basato su alcuni criteri oggettivi, quali:

  • La posizione e la localizzazione
  • L’isolamento termico
  • L’impiantistica in dotazione

A differenza di quella ambientale che viene richiesta solo per avere un valore aggiunto all’edificio, quella energetica è obbligatoria, vale 10 anni dalla data di registrazione della pratica al catasto energetico ed è rilasciata da esperti qualificati che forniscono l’Atto di Prestazione Energetica (APE), un certificato divenuto indispensabile per tutti coloro che vogliono acquistare o affittare casa.

Questo documento contiene due dati molto importanti: il fabbisogno di energia primaria necessaria per il riscaldamento e la climatizzazione dell’abitazione; l’EHP che determina la classe energetica dell’appartamento.

Dal 1° ottobre 2015 la prestazione energetica descritta nell’EHP contempla alcuni parametri omogenei come il riscaldamento, l’acqua calda sanitaria, eventuali impianti di climatizzazione estivi o di ventilazione controllata.

Con l’introduzione di questi criteri le classi energetiche sono passate da 7 a 10, con la classe più bassa che resta la G e la migliore che diventa la A4.

La principale novità che introduce il nuovo APE è che la classe energetica non è più fissa ma basata su un indice di prestazione energetica globale. Questo vuol dire che la valutazione della prestazione energetica della nostra casa oggi viene calcolata attraverso una comparazione con un ipotetico edificio equivalente, uguale al nostro in tutto e per tutto ma costruito nel rispetto delle normative vigenti e dei più moderni criteri di sostenibilità ambientale.

Per ottenere un certificato APE c’è bisogno del sopralluogo di un professionista o di un ente certificatore che valuti tutti gli aspetti pertinenti le prestazioni ambientali ed energetiche dell’edificio.

Ingegneri, architetti e geometri sono le figure professionali abilitate alla redazione dei certificati.

Per ottenere l’APE si spendono in media 120 euro (cifra indicativa calcolata su un appartamento-tipo di 80 mq) ma i prezzi possono variare sensibilmente da città a città.

 

Meno emissioni, più sostenibilità

"Investire sulla sostenibilità degli edifici in cui abitiamo vuol dire accrescere il benessere abitativo nel presente e dare valore al nostro futuro".


Investire sulla sostenibilità degli edifici in cui abitiamo vuol dire accrescere il benessere abitativo nel presente e dare valore al nostro futuro.

Un progetto ambizioso che però impone costi non indifferenti. Gli strumenti disposti dal Governo per agevolare le spese di riqualificazione energetica sulle abitazioni (Ecobonus) hanno dato nuovo impulso alla voglia di ‘rinnovamento’ espressa da molte famiglie e aziende italiane, ma lo sforzo economico da sopportare rimane rilevante e non alla portata di tutti.

Per questo motivo le Banche del Credito Cooperativo sostengono finanziariamente chi vuole mettere in pratica azioni concrete e virtuose a tutela dell’ambiente, come la riqualificazione energetica degli edifici. Chiunque può avere accesso ad finanziamento pensato per migliorare l’efficienza energetica di un immobile o realizzare il proprio progetto ‘green’.

Alcune BCC italiane offrono, infatti, prodotti appositamente pensati per finanziare l’acquisto o la costruzione di abitazioni energeticamente efficienti e per sostenere gli interventi di ristrutturazione secondo i criteri della bioedilizia.

Ci sono formule di finanziamento destinate all’installazione di impianti per la riduzione del consumo idrico;  altre per la messa in opera di sistemi di fitodepurazione e utilizzo dell’acqua piovana; altre ancora per l’acquisto di arredi ecologici, materiali di cancelleria a basso impatto ambientale, materie prime BIO per la ristorazione.

Sì, perché tutelare l’ambiente, diffondere l’uso di fonti di energia rinnovabile, valorizzare le bellezze del territorio e appoggiare stili di vita sostenibili sono obiettivi che il Credito Cooperativo persegue da anni.

Per questo BCC e Legambiente hanno firmato una convenzione che ha permesso di usufruire di finanziamenti finalizzati alla realizzazione di numerosi interventi di efficienza energetica e all’installazione di oltre 5.000 impianti fotovoltaici.

Grazie a questi strumenti, famiglie, imprese ed enti pubblici hanno l’opportunità di migliorare l’efficienza energetica dei propri edifici e di diventare essi stessi produttori di energia pulita.

Si fa presto a dire banca… ma se cerchi una banca sostenibile, passa in BCC!

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