Borghi italiani: territori e comunità che vogliono farcela

Non tutti lo sanno, ma in Italia ben 1650 borghi rischiano di scomparire.

Un patrimonio popolare, culturale e storico di valore inestimabile che potrebbe essere salvato attraverso un modello di sviluppo più equo e rispettoso delle peculiarità locali.

 

di Erika Facciolla (Tuttogreen)

 

Il 2017 è l’anno dei borghi italiani, o per meglio dire, l’anno dedicato della valorizzazione del patrimonio naturalistico, umano, culturale e artistico dei meravigliosi borghi sparsi in lungo e in largo sul nostro Stivale. Un momento non solo per celebrare la bellezza di questo straordinario tesoro, ma per riflettere sulle iniziative e i modelli di sviluppo più adatti alla loro tutela. Si tratta di un argomento quanto mai attuale visto che sono sempre di più i piccoli centri che rischiano di scomparire sotto una coltre di incuria, abbandono e lentezze burocratiche. La sfida è quella di riscoprire l’autenticità della dimensione locale, l’importanza della diversità, il valore di un turismo sostenibile, lento e di qualità, da contrapporre alla frenesia di quello globale.

"La sfida è quella di riscoprire l’autenticità della dimensione locale, l’importanza della diversità, il valore di un turismo sostenibile da contrapporre alla frenesia di quello globale".

Nel corso dell’anno, un Comitato di Coordinamento per i Borghi turistici nominato dal Ministero dei Beni, delle attività culturali e del Turismo, si occuperà di definire le buone pratiche e le politiche integrate più corrette, a partire dalla realizzazione di un atlante dei borghi d’Italia. L’obiettivo più ambizioso è arrivare entro dicembre all’approvazione definitiva della Legge per la valorizzazione dei Piccoli Comuni che darebbe una spinta decisiva al processo legislativo intrapreso lo scorso settembre dalla Camera dei Deputati.

 

Borghi, turismo responsabile e nuove economie

Il modo più semplice e diretto di sostenere i nostri borghi è partire, zaino in spalla, alla scoperta di questo straordinario patrimonio e raccontarlo con entusiasmo e dovizia di particolari. Che sia per un’intera vacanza o una breve gita, avremo l’imperdibile opportunità di diventare custodi di un pezzo della nostra storia e di comportarci da turisti responsabili. In questo senso, occorre porre attenzione al modo in cui ci avviciniamo ai luoghi e alle comunità. Ne abbiamo già parlato, ma vale la pena ricordare che territori e persone devono essere rispettati in ogni momento del viaggio adottando poche e semplici regole:

  • La visita di un piccolo borgo è anche un momento di confronto con la sua comunità. Partecipare alle manifestazioni culturali e apprezzare l’artigianato locale è il modo migliore per sostenere le economie e il folklore del luogo.
  • Non lasciare traccia del proprio passaggio sia negli ambienti naturali che nei siti archeologici. Visitare questi luoghi a piccoli gruppi e accompagnati da guide esperte, meglio se del posto, è la scelta più responsabile.
  • Le persone che si incontrano lungo il tragitto non sono parte del paesaggio. Chiedere sempre il permesso di scattare foto ed essere discreti quando si passeggia tra strade e stretti vicoli che costeggiano abitazioni private.

 

Oltre al turismo, il cammino attraverso l’Italia dei mille borghi passa anche attraverso una fitta rete di comunità e territori che non si arrendono al declino e che mettono in gioco tutte le loro risorse per disegnare un futuro in cui lo ‘stare’ e il ‘vivere’ in quei luoghi sia economicamente possibile.

La comunità locale, infatti, è il cuore pulsante di un nuovo modo di fare economia e di creare ricchezza preservando le specificità del luogo, il buon vivere e le tradizioni popolari.

"L’Associazione Borghi Autentici d’Italia riunisce decine di piccole comunità territoriali intorno ad un modello di sviluppo locale sostenibile e futuribile".

È , in estrema sintesi, l’obiettivo di realtà come l’Associazione Borghi Autentici d’Italia che oggi riunisce decine di piccole comunità territoriali intorno ad un modello di sviluppo locale sostenibile e futuribile. Qualsiasi comune – previa valutazione di determinate caratteristiche – può entrare in questa rete attraverso un percorso di certificazione volontaria finalizzato al conseguimento del titolo di ‘Borgo Autentico Certificato’: basta una delibera del Consiglio comunale e la presentazione della domanda di ammissione compilabile sul sito dell’Associazione.

La maggior parte dei progetti e delle iniziative a cui si può accedere mirano a tradurre in ricchezza (paesaggistica, cultura e imprenditoriale) il capitale ambientale e sociale dei borghi per superare la crisi e abbracciare un tipo di sviluppo economico davvero sostenibile per le persone e i luoghi.

Attraverso strumenti finanziari inclusivi, etici e innovativi come il micro-credito, i prestiti personali e il crowdfunding, si promuove la nascita delle Cooperative di Comunità, basate su un modello in cui i cittadini sono produttori e fruitori di beni e servizi che incidono in modo stabile e duraturo sulla qualità della vita di tutta la collettività.

È questa una delle possibili strategie per la costruzione di una Smart Small Community: un laboratorio di innovazione sostenibile in cui sperimentare soluzioni, idee e progetti che possano inserirsi positivamente non solo sul mercato del turismo, ma anche in settori come l’agroalimentare, il commercio, l’agricoltura ed i servizi ad essi connessi.

Un punto di partenza per progettare nuovi piani di recupero, practice adatte ai singoli contesti ed iniziative pubblico-private che definiscano scenari di intervento e progetti specifici, capaci di gestire patrimoni unici ma economicamente inespressi o depressi.

valsesia

Borghi ad alta quota: l’esempio della Valsesiana

Uno dei principali fattori di rischio per la maggior parte dei borghi italiani è lo spopolamento. Un problema che affligge soprattutto i piccoli comuni montani, alpini e appenninici, che oggi promuovono il recupero della montagna attraverso la valorizzazione di percorsi naturalistici, trekking e progetti di recupero architettonico.

Grazie a queste iniziative, molte borgate delle valli occitane riunite nell’associazione ‘Borghi Alpini’, ad esempio, sono letteralmente rifiorite e hanno gettato le basi per la creazione di nuovi modelli di business, da cui si intravedono ottime prospettive occupazioni.

Dal restauro di molti edifici sono nate strutture turistiche eco-compatibili, locande e alberghi diffusi.

Altri centri, invece, hanno puntato sulla cultura, la gastronomia e l’artigianato locale, dando vita ad eventi, appuntamenti e manifestazioni folcloristiche che si ripetono di anno in anno.

Le borgate di Ramello, Scopetta e Scopa rappresentano un bell’esempio di questo impegno e sono la testimonianza vivida del fatto che il recupero dei borghi montani è possibile.

Siamo in provincia di Vercelli, dove fra pascoli e alpeggi, dolci pendii e cime scoscese, si apre il territorio incontaminato della Val Grande del Sesia. Percorrendo questi luoghi si incrociano piccole comunità composte da poche decine di persone che vivono in case antiche, i cui tetti sono coperti dalle caratteristiche piode, testimonianza di un passato lontano ma non certo dimenticato.

La passeggiata continua su passerelle e percorsi più o meno impervi tra i minuscoli centri di Muro, Salterana, Pianaccia, Sella, Pian Gallina e Pian del Sasso dove è possibile ammirare cappelle affrescate, oratori votivi, pievi, santuari e residenze settecentesche di straordinario pregio e valore artistico. E le comunità si danno da fare, impegnate costantemente nella valorizzazione dell’identità valsesiana con laboratori artigiani, attività ittiche tradizionali, escursionismo e percorsi fluviali.

"Un fermento turistico che non sciupa le risorse del luogo e che convive in perfetta armonia con le edilizie e le consuetudini preesistenti".

Questo lavoro ha generato in pochi anni un bel fermento turistico che non sciupa le risorse del luogo e che convive in perfetta armonia con le edilizie e le consuetudini preesistenti.

 

Tutto questo è parte di ciò che le Banche del Credito Cooperativo amano definire ‘gestione condivisa del territorio’ in cui decine di filiali presenti nei piccoli borghi italiani sono attivamente impegnate, a fianco delle piccole aziende, delle persone e degli operatori locali.

Banche che non si limitano a finanziare le iniziative delle comunità, ma che suggeriscono spunti, propongono idee e si mettono in gioco per promuovere il territorio dando vita a reti collaborative tra residenti e turisti, tra popolazioni e amministrazioni locali, tra cittadini e imprese. Ed è con il lavoro di tutti che si raggiungono i risultati migliori.

 

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