ABC del vivere a impatto zero

Vivere a impatto zero, o quasi. Non è uno di quei buoni propositi da rimandare all’anno nuovo, né tanto meno uno slogan destinato a rimanere tale sulle pagine di una rivista.

È una conquista quotidiana fatta di piccole azioni, di accortezze e di buone pratiche all’insegna dell’eco-sostenibilità. Una sfida carica di responsabilità sociale nei confronti del Pianeta e delle generazioni future, che comincia dai gesti apparentemente più banali della vita di tutti i giorni.

 

di Erika Facciolla (Tuttogreen)

 

Ma quali sono i segreti per riuscire a ridurre davvero il nostro impatto ambientale e sostenere l’economia domestica? Per iniziare, potremmo far nostro un motto che riassume bene il senso di questa ‘missione’: rifiutare ciò che non è necessario, ridurre i propri bisogni, riutilizzare ciò che si consuma, riciclare e riutilizzare ciò che non si può ridurre”.

"adottare uno stile di vita responsabile ed applicarlo sistematicamente al nostro vivere quotidiano".

In pratica, adottare uno stile di vita responsabile ed applicarlo sistematicamente al nostro vivere quotidiano. Che poi è anche il modo migliore per risparmiare, in casa e in famiglia. Sono questi i valori fondamentali della vita a impatto zero ed è a partire da tali principi che dobbiamo ripensare ogni nostra piccola azione quotidiana. E per riuscirci, meglio familiarizzare con queste 5 regole d’oro:

 

  1. Mangiare bene, senza sprechi
    Privilegiate i cibi di stagione e a km zero, ovvero quegli alimenti prodotti nel territorio che hanno fatto pochissima strada per arrivare sulle nostre tavole. Quasi sempre costano meno e il loro consumo sostiene le economie locali. Vietato gettare gli avanzi del pasto nella pattumiera o nella ciotola di Fido. Riducete il consumo di carni rosse. Pensate che per produrre 1 kg di carne rossa servono 15mila litri d’acqua e si genera tantissima anidride carbonica. Scegliete le carni bianche, il pesce, le uova, i legumi e i cereali come fonte proteica alternativa.

 

  1. L’acqua, un bene prezioso
    Chiudere il rubinetto mentre ci si lava i denti, fare docce brevi anziché il bagno, evitare di lavare i piatti a mano, sono abitudini virtuose che possono far risparmiare fino a 20 litri di acqua al minuto. Mentre ci si insapona non lasciate scorrere inutilmente l’acqua: girare la manopola del rubinetto, per una famiglia di tre persone, significa risparmiare fino a 7.500 litri di acqua potabile in un anno. Applicando un riduttore di flusso ad ogni rubinetto, inoltre, si può ridurre del 50% la spesa idrica annuale.

 

  1. Scegliere il mezzo giusto
    Perché utilizzare per forza l’automobile quando ci si può spostare a piedi, in bus o in bicicletta? Muoversi senza auto significa risparmiare tempo, soldi e stress. Inoltre vi terrete in forma e  combatterete tantissime malattie legate alla sedentarietà. Recenti studi hanno dimostrato che un percorso urbano su due è inferiore ai 3 km, una distanza facilmente percorribile in bicicletta o a piedi. Per i viaggi più lunghi, invece, scegliete il treno: viaggiare su rotaie fa risparmiare il 60% di gas serra rispetto all’automobile e il 70% rispetto all’aereo.

 

  1. Differenziare
    La stragrande maggioranza dei rifiuti che produciamo possono essere recuperati e riutilizzati in mille modi diversi. Imparare a leggere le etichette aiuta a conferire correttamente gli scarti. Nel dubbio, meglio inserire un singolo rifiuto nel cestino dell’indifferenziato che compromettere la raccolta di un intero sacco. La plastica, in particolare, rappresenta una percentuale altissima degli scarti che finiscono nella pattumiera. Rifiutate la cultura dell’usa e getta’ usando stoviglie ‘vere’, riducendo gli imballaggi e lavando qualche piatto in più. Si risparmia e si aiuta davvero l’ambiente.

 

  1. Accendere il buon senso
    L’energia è un bene da tutelare in ogni sua forma. In inverno non serve impostare una temperatura troppo alta nel riscaldamento di casa. Con 19°-20° si sta benissimo anche durante i mesi più freddi. Ogni grado ci costa l’8% in più in bolletta e inquina l’aria. Accendete le luci solo quando ce n’è realmente bisogno. Sapete che cinque lampadine lasciate accese dove non serve fanno risparmiare circa 60 euro all’anno? Disattivate lo stand-by degli elettrodomestici quando non vengono utilizzati.

decluttering

Decluttering: l’arte del riordino

Spesso le nostre case e i nostri armadi traboccano di oggetti e vestiti che aspettano di essere utilizzati da anni. La cultura dell’accumulo seriale e compulsivo di beni non esattamente essenziali è, purtroppo, una delle piaghe del nostro tempo. In essa si materializza lo spettro di una società consumista e sciupona, che crede nel possesso fine a sé stesso piuttosto che nell’utilità di ciò che è davvero necessario.

"una vera e propria filosofia, che per essere abbracciata ha bisogno di regole e consigli pratici".

Prendere coscienza di tutto questo è il primo passo per liberarsi del superfluo ed eliminare ciò che ingombra: quello che in inglese si chiama ‘decluttering’.  Una filosofia di vita che, soprattutto nei paesi anglosassoni, fa rima con il cosiddetto ‘space cleaning’, ovvero l’arte di riorganizzare e ripulire gli spazi per mettere ordine anche nella propria vita. Non semplicemente una buona abitudine, ma una vera e propria filosofia, che per essere abbracciata ha bisogno di regole e consigli pratici. Eccone alcuni:

  • Stilate una classifica delle stanze o degli spazi che volete riorganizzare e soffermatevi su una zona per volta, a seconda della priorità che avete assegnato.
  • Guardate gli oggetti che avete di fronte e chiedetevi quante volte li avete utilizzati negli ultimi 12 mesi. Quelli che non avete mai utilizzato devono essere messi da parte poiché saranno i primi di cui vi libererete.
  • Tutto ciò che può essere riciclato, barattato, scambiato, venuto, ceduto, regalato non deve finire per nessuna ragione nella spazzatura. Il decluttering si basa su principi dell’eco-sostenibilità e non ammette sprechi.
  • Gli oggetti che non riuscite proprio ad eliminare possono essere riposti in un contenitore a patto che gli diate una ‘scadenza’. Se entro una certa data non li avrete utilizzati, dovranno essere eliminati.
  • Nessun alibi: una volta selezionata la stanza da riorganizzare dedicate almeno mezzora al giorno o una giornata intera per portare a termine il lavoro. In pratica, non rimandate a domani ciò che DOVETE fare oggi.

E per finire, adottate la tecnica delle 4 scatole ed etichettate ognuna di esse con una scritta: BUTTARE, DONARE, TENERE, RIUTILIZZARE. Riponetevi gli oggetti così classificati e procedete speditamente in ogni area da riordinare. Sembra un trucchetto banale, ma funziona!

Come detto, il decluttering è applicabile con successo anche negli armadi. Approfittarne al primo cambio di stagione è sicuramente la scelta migliore. Si tratta di un’operazione lunga e ‘dolorosa’ se non siamo molto propensi a disfarci degli abiti che non usiamo da anni ma ai quali ci sentiamo affettivamente legati, eppure è una ‘terapia’ molto utile anche nella vita: vedere il vostro armadio o la cassettiera finalmente in ordine vi farà sentire più leggeri!

Se decidere cosa eliminare e cosa tenere dovesse diventare troppo difficile appendete i capi in dubbio in senso inverso rispetto agli altri oppure fate un segno sulle grucce. Proponetevi di girare il capo o togliere il segno solo quando l’avrete indossato. A fine stagione, però, ciò che non avrete indossato dovrà essere eliminato.

Alcuni capi possono essere donati o barattati, altri possono essere trasformati in qualcosa di diverso con ago, filo e un pizzico di fantasia. Potete sbizzarrirvi in soluzioni creative e divertenti che cambieranno il destino di un abito non più alla moda. A volte basta cambiarne il colore, aggiungere delle decorazioni o accorciare maniche ed orli. Tagliando strisce di tessuto dagli abiti smessi, invece, potrete realizzare accessori di vario genere, come fasce per capelli, bracciali, pantofole, cinture e borse.

Una volta conclusa l’operazione ‘decluttering’ anche tra i vestiti, non correte a far shopping per riempire nuovamente l’armadio di capi inutili. Le buone abitudini hanno bisogno di costanza, buona volontà e disciplina per essere mantenute.

raccolta_differenziata

Sì alla raccolta differenziata

La raccolta differenziata permette di riciclare e recuperare una parte considerevole dei nostri rifiuti, riducendo gli sprechi, l’inquinamento e i costi di smaltimento. Per fortuna, l’attuale normativa obbliga i produttori a dichiarare sulle etichette le istruzioni per conferire correttamente i materiali, gli imballaggi e le varie componenti di scarto di un bene alimentare e non. Plastica, carta, vetro, lattine, umido e indifferenziato sono i più comuni rifiuti di uso quotidiano che possono e devono essere correttamente instradati alla raccolta differenziata.

"Per una corretta gestione dei rifiuti domestici, la prima cosa da fare è organizzare uno spazio dedicato".

Per una corretta gestione dei rifiuti domestici, la prima cosa da fare è organizzare uno spazio dedicato alla separazione di tutti ciò che non possiamo più utilizzare. Un angolino del balcone, un ripostiglio o un posticino ricavato in lavanderia è più che sufficiente. L’ideale è attrezzare quest’area con un contenitore per ogni tipologia di rifiuto:

 

  • UMIDO: Avanzi di cucina sia cotti sia crudi, carta e fazzoletti sporchi, foglie, semi, fiori, rametti, tappi di sughero, tutto ciò che è organico e che può essere riciclato anche con una compostiera domestica.

 

  • CARTA: giornali, fumetti, riviste, quaderni, libri, Tetrapak (attenzione: alcuni comuni lo differenziano insieme all’alluminio o alla plastica), sacchetti di carta, scatole di cartoncino, cartone piegato. Ricordate che la carta costituisce il 30% dei rifiuti totali prodotti in casa, quindi è essenziale riciclarla e risparmiarla.

 

  • VETRO: bottiglie, vasetti, bicchieri rotti, imballi di vetro, ecc. Non devono essere conferiti in questa frazione oggetti come coperchi di pentole, lampadine, ceramica, porcellana e specchi.

 

  • METALLI: lattine di bibite e di conserve, scatolette di tonno, scatolette di cibo per animali, tappi metallici, ecc. Spesso sono raccolti con il metodo ‘porta a porta’ e in alcuni comuni possono essere conferiti negli stessi contenitori o campane del vetro. E’ bene verificare sempre sul sito del proprio comune o dell’ente che si occupa della raccolta.

 

  • PLASTICA: bottiglie, contenitori puliti, vasetti per alimenti, imballaggi, flaconi, buste e sacchetti, polistirolo, dispenser, ecc. Oggi si producono più di cento tipologie di plastica, quasi tutte riciclabili. Non conferite nei cassonetti della plastica tubetti del dentifricio, giocattoli e posate usa e getta.

 

Fare la differenziata non è solo una buona abitudine, ma un preciso dovere civico, un obbligo morale che spetta ad ogni cittadino. È una responsabilità che dobbiamo assumerci nei confronti di noi stessi, dei nostri cari e dell’ambiente.

 

Gestire l’usato riducendo gli sprechi

Sapevate che le famiglie italiane producono, in media, 605 kg di rifiuti ogni anno e che solo una piccolissima percentuale di questi rifiuti viene riciclata? Pensate, allora, a quanto possa essere importante ridurre, differenziare e dare nuova vita ai nostri rifiuti prima di gettarli. E per alleggerire l’impatto che le nostre abitudini hanno sull’ambiente e sull’economia, basta davvero poco.

"ridurre, differenziare e dare nuova vita ai nostri rifiuti prima di gettarli".

Ogni singolo oggetto che adoperiamo dovrebbe essere accuratamente valutato prima di diventare un rifiuto. Prima di acquistarlo dovremmo sempre chiederci “Ne ho davvero bisogno?”. Mentre dopo averlo usato la domanda d’obbligo è: “Posso ancora utilizzarlo?”.

Diversi oggetti di uso quotidiano, infatti, si prestano a nuove funzioni e scopi anche dopo essere stati utilizzati tante volte. Ad esempio, gli spazzolini da denti, le vecchie spazzole, asciugamani e lenzuoli un po’ logori possono diventare stracci e attrezzi utili nelle pulizie di domestiche. L’arte del riciclo è una fonte inesauribile di idee e ispirazioni da far proprie e condividere con tutta la famiglia.

Per gestire i consumi in modo sostenibile e low-cost potrebbe essere utile adottare qualche semplice stratagemma, ad esempio munirsi di un piccolo kit di sopravvivenza che consiste in una serie di oggetti riutilizzabili infinite volte: una bottiglia d’acqua in vetro, borse della spesa in tessuto, barattoli, qualche flacone vuoto per i detersivi e per i prodotti per l’igiene della persona e della casa. Questi oggetti costituiscono un’alternativa concreta al monouso, riducono gli imballi e fanno risparmiare soldi, tempo e spazio.

La cultura del risparmio si costruisce giorno dopo giorno e si diffonde solo attraverso azioni ed iniziative concrete. Iniziative come “M’Illumino di Meno”, la giornata del risparmio energetico, che le Banche del Credito Cooperativo sostengono ormai da anni nelle principali città italiane e nei piccoli centri di provincia. Un impegno confermato anche con la creazione del Consorzio BCC Energia nato per consentire ad ogni filiale di ridurre la propria spesa energetica e di porsi sul territorio non solo come banca di comunità, ma anche come banca del risparmio e dell’energia pulita.

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